FAQ

Trova qui le risposte alle domande più frequenti

Consiste nella ricostruzione di nuovo osso mediante un materiale sintetico che ne induce la formazione. Con l’obbiettivo, se necessario, di collocare impianti per sostituire i denti persi.

Ha l’obbiettivo di pulire gli spazi tra i denti dove le spatole dello spazzolino non arrivano. La cosa fondamentale è oltrepassare il punto di contatto tra i denti ed abbracciare gli stessi senza fare un movimento orizzontale verso la gengiva in quanto c’e il rischio di ferirla.

Esistono appositi prodotti usati nella pratica odontoiatrica che identificano la placca colorandola. In generale per placca si intende tutti quei resti di cibo e batteri che si accumulano tra la gengiva e il dente e tra un dente e l’altro.

Per spazzolare correttamente i denti è necessario effettuare movimenti circolari con lo spazzolino dalla gengiva verso il dente per non rischiare di ferire involontariamente la gengiva. Questo va fatto in tutte le superfici dei denti: esterna, interna e masticatoria.

Si consiglia almeno 3 volte al giorno dopo i pasti principali, mantenendo come momenti fondamentali la mattina appena alzati e la sera prima di andare a letto.

Al giorno d’oggi il miglior metodo per la sostituzione di un dente perso è la collocazione di un impianto, tralasciando il vecchio concetto di ponte non è conservativo nel rispetto dei denti adiacenti.

È una pratica che consiste nel sedare senza la perdita della capacità di risposta ed azione il paziente. Al fine di lavorare in una situazione di meno stress/ paura per il paziente.

Con l’apparecchio può aumentare il rischio di carie poiché è più difficile mantenere una corretta igiene orale. Quindi non è l’apparecchio che fa venire la carie ma è la mancanza di un corretto spazzolamento.

Nel momento dell’intervento no in quanto viene eseguito sotto anestesia locale. Nei giorni seguenti potrebbe presentarsi un leggero gonfiore ed ematoma ma non necessariamente dolore che può essere controllato con i farmaci prescritti.

I denti si consumano sia per funzione masticatoria sia per parafunzione (digrignamento/bruxismo). Sul primo non si può intervenire mentre sul secondo si cerca di contrarrestarlo. Anche gli acidi assunti dalla dieta possono consumare i denti non direttamente ma indebolendo lo smalto che poi diventa più suscettibile all’usura.

È una minivite che viene inserita nell’osso con l’obbiettivo di facilitare alcune meccaniche ortodontiche. Non è da considerarsi come un intervento in quanto è minimamente invasivo.

Si tratta di un’alternativa estetica al classico apparecchio ortodontico fisso in quanto vengono utilizzate delle mascherine trasparenti al posto del tradizionale filo in metallo e piastrine. Grazie ad un programma online ogni mascherina è studiata su misura per ciascun paziente.

Fa parte delle apparecchiature ortodontiche fisse però in questo caso il filo e le piastrine vengono posizionati sulla superficie linguale dei denti e cosi diventano invisibili. Anch’esso è interamente realizzato su misura per ogni dente.

Si tratta di una misura preventiva che consiste nell’applicazione di fluoro sui denti riducendo il rischio di carie.

È una radiografia indicata per la diagnosi di carie tra un dente e l’altro e che permette di vedere due mezze arcate (superiore e inferiore)allo stesso tempo.

È la branca dell’odontoiatria che si occupa di sostituire l’edentulia (assenza di denti) parziale o totale ristabilendo l’estetica e la funzione.

Il ponte protesico serve per sostituire un dente perso a patto che ci siano i denti adiacenti in quanto è una struttura che si appoggia ad essi. Può essere considerato un’alternativa all’impianto.

Consiste nel stabilizzare i denti applicando un filo metallico sulla superficie interna.

Generalmente non si effettuano impianti a pazienti di età inferiore a 18-20 anni poiché si aspetta che sia ultimata la crescita. Da quel momento in poi gli unici limiti possono derivare dalla salute, sia generale sia orale, del paziente.

Si, durante il posizionamento c’e il rischio di danneggiare altri tessuti circostanti ed è per questo che la pianificazione mediante l’uso di radiografie è la chiave dell’esito del trattamento.

Parlando di Impianti, il tempo di attesa per il restauro protesico definitivo dipende dalla stabilità e dalla qualità dell’osso al momento della collocazione dell’impianto. Generalmente si parla di 3-6 mesi ma nella maggior parte dei casi si realizzano dei provvisori durante questo lasso di tempo.
Per quanto riguarda i denti naturali a seguito della preparazione del dente si cementa un restauro provvisorio in attesa del tempo necessario ai tessuti e al laboratorio per eseguire il restauro definitivo in ceramica che sarà poi cementato in maniera definitiva.

È un’insieme di resti alimentari e batteri che si accumula in tutta la superficie del dente e che se non rimossa correttamente nel tempo diventa tartaro.

La carie è provocata da un insieme di fattori quali alimentazione, igiene orale e predisposizione personale. Dato che la predisposizione personale non è controllabile bisogna concentrarsi su ciò che dipende da noi: evitando o riducendo il consumo di alimenti cariogenici (favoriscono la formazione di carie-vedi articolo blog) e controllando la propria igiene orale. Si consiglia pertanto di lavarsi i denti 3 volte al giorno dopo ogni pasto e di passare il filo interdentale almeno una volta al giorno.

Il filo interdentale assieme agli scovolini sono accessori indispensabili per una corretta igiene orale. Servono per pulire le superfici interprossimali dei denti cioè le zone di contatto tra un dente e l’altro che lo spazzolino da solo difficilmente riesce a pulire a fondo.

L’amalgama è un materiale da otturazione non più utilizzato e che è stato sostituito da materiali totalmente estetici che si mimetizzano con il dente: le resine composite.

È un trattamento volto alla rimozione del fascicolo vascolo nervoso contenuto all’interno del dente e la conseguente detersione dei canali radicolari. Viene eseguito in determinate situazioni patologiche.

Lo scopo della devitalizzazione è quello di mantenere un elemento dentale evitandone l’estrazione. L’indebolimento del dente varia dal grado di distruzione dello stesso.

La perdita di un elemento dentale porta ad una alterazione dell’equilibrio masticatorio: estrusione del dente antagonista ed inclinazione dei denti adiacenti. Questi cambiamenti con il tempo possono generare alterazioni dannose nella funzione oltre che una riduzione dell’efficacia masticatoria.

Consiste nella preparazione del dente e nella conseguente impronta con l’obbiettivo finale di realizzare una corona che restituisca la funzione e l’estetica. Si realizza quando il grado di distruzione del dente è elevato.

È un manufatto protesico realizzato dal laboratorio e poi cementato sul dente. È indicato nei casi di distruzione parziale del dente dove non è possibile ricostruirlo mediante un restauro diretto.

Se le gengive sanguinano vuol dire che sono infiammate, questa patologia è conosciuta con il nome gengivite. La mobilità dei denti può essere causata da varie cause una delle quali è la parodontite o Piorrea.

Generalmente il trattamento ortodontico dura 2anni e mezzo/ tre però dipende sempre dal tipo di problema che si ha e quindi dal tipo di trattamento che si intraprende. Non si può considerare doloroso. Ad esempio nel caso delle piastrine si potrà avere un po’ di indolenzimento ai denti nei giorni successivi ma niente di insopportabile.

È buona norma fare controlli periodici dal proprio dentista ogni 6 mesi

Il “digrignare i denti” è meglio definito con il nome di Bruxismo. Può essere di due tipi a seconda della presenza o assenza di movimenti laterali.
Le cause del Bruxismo possono essere varie: in alcuni casi si presenta in caso di stress elevato, problemi occlusali, etc. Le conseguenze di questi movimenti sono un eccessivo consumo delle superfici dentali, alterazioni occlusali, dolori articolari e muscolari.

nimdaFAQ